QUATTRO CHIACCHIERE CON...


...il Sindaco di Bisacquino Tommaso Di Giorgio

Pubblichiamo una breve intervista al Sindaco Tommaso Di Giorgio, in seguito alle discussioni scaturite da un’equivoca lettura dell’articolo “Democrazia e Politica” scritto dal signor Valerio Scibetta sul precedente numero de “Il Triona”.

Signor Sindaco, nell’articolo del signor Scibetta dello scorso numero la sua amministrazione ha rilevato delle inesattezza circa l’aumento delle tasse varato qualche mese fa. 
Potrebbe dirci di che si tratta e come si è arrivati all’attuale tassazione?

Nell’articolo del signor Scibetta c’è un’inesattezza quando si sostiene che il bilancio deve redigersi secondo lo spirito di alcuni anni fa, poiché tanto è cambiato da allora nella finanza pubblica, nei trasferimenti da parte dello Stato e della Regione, senza dimenticare che ormai siamo in un regime finanziario nel quale vige il principio del federalismo fiscale. 
Per quanto riguarda l’aumento delle tasse dobbiamo precisare alcune cose: l’IMU è una tassa istituita dal governo Monti che colpisce le rendite catastali delle case e nel modo in cui è pensata è già, di per sé, una tassa molto esosa;  è comunque vero che abbiamo dovuto portare l’aliquota al 10,6 sulla seconda casa, così come, del resto, hanno dovuto fare un Comune su dieci, mentre solo in pochi sono riusciti a mantenere le aliquote al minimo, cioè il 7,6. 
L’aumento delle aliquote non è sicuramente dovuto al piacere di farsi criticare e rimproverare da tutta la popolazione o per una incomprensibile cattiveria da parte di questi nuovi amministratori, ma per un’assoluta necessità, quale è il riequilibrio del bilancio. Nel caso in cui il bilancio non dovesse  essere riequilibrato il Comune dovrebbe essere, infatti, commissariato, con maggiori danni per le tasche dei contribuenti. 
L’aliquota dell’IMU che avevamo applicato ad agosto, quando fu approvato il bilancio di previsione, era dell’8,06; soltanto il 29 ottobre, a causa degli ulteriori tagli da parte dello Stato e della  Regione (pari a circa €167.000,00) si è reso necessario l’aumento dell’IMU. 
I comuni che sono riusciti a mantenere le aliquote dell’IMU più basse rispetto a noi presentano un bilancio più solido del nostro.  
Quindi i motivi che ci hanno portato ad applicare queste aliquote sono tre: 
1) Il taglio dei trasferimenti dello Stato e della Regione che equivalgono a circa €400.000,00;
2) Alcune spese fatte da gennaio a maggio del 2012, dal sapore elettorale, quali le integrazioni salariali a molti dipendenti comunali, costati svariate migliaia di euro, o le spese per i consulenti;
3) Il notevole indebitamento del Comune che abbiamo trovato, debito che stiamo stimando e che sembra superare la somma di €1.500.000,00. Il debito nasce da fatture dell’energia elettrica della pompa di Vaccarizzotto relative agli anni 2008 e 2009 pari a €280.000,00, da fatture non pagate che hanno portato il gestore Enel energia, dall’ 1 gennaio 2012, a passare il comune di Bisacquino dal mercato libero al mercato di salvaguardia, facendo schizzare nel 2012 la bolletta elettrica a circa €800.000,00; a ciò vanno aggiunti vari debiti con i legali, cause perse, professionisti non pagati e i debiti con l’ATO relativamente agli anni dal 2007 al 2010, che inizieremo a pagare a partire dal prossimo anno. Abbiamo debiti  anche con il comune di Corleone, relativamente all’affitto dell’Ufficio di Collocamento pari a €35.000,00, affitto che io ho già provveduto a disdire e che quindi dal prossimo anno non dovremo più pagare, mentre i debiti che abbiamo già pagato dal nostro insediamento sono pari ad oltre €100.000,00. 
Per quanto riguarda la bolletta elettrica siamo riusciti a concludere un nuovo contratto con ENI molto vantaggioso, passando dai 17 cent Kw/h del precedente a circa 7 cent Kw/h. Vorremmo inoltre rendere più efficiente l’impianto di pubblica illuminazione, al fine di risparmiare un ulteriore 30% sulla bolletta.

A breve la gestione dei rifiuti dovrebbe passare di nuovo al Comune. Voi come intendete muovervi? 

Attualmente rimane in vigore la riforma varata dal Governo Lombardo, che prevede la costituzione in ambito provinciale delle SRR (Società Regolamentazione Rifiuti) e con la quale mi trovo in disaccordo. Se il governo Crocetta dovesse dare la possibilità ai comuni di creare consorzi a loro piacimento, potremmo consorziarci con i comuni di Chiusa Sclafani, Giuliana, Contessa Entellina, Palazzo Adriano e Campofiorito, quei comuni, cioè, che hanno già avviato il programma della raccolta differenziata.

E’ noto il problema dei precari al comune di Bisacquino. In un periodo di crisi come questo, come intendete affrontare tale problema?

Grazie alla possibilità fornitaci dai governi nazionale e regionale abbiamo già prorogato i contratti in scadenza. C’è poi l’impegno del presidente Crocetta di volere, nei prossimi anni, stabilizzare i precari e in tal caso troverà il nostro totale impegno. Va fatto comunque rilevare che oggi la stragrande maggioranza dei servizi si reggono grazie al contributo dei precari, in quanto il personale di ruolo, contrariamente  a quanto si pensa, è di sole 27 unità, delle quali molte andranno in pensione entro il 2015. 

Sono passati sette mesi dal suo insediamento, quale bilancio può trarre fino a questo momento?

Sono stati mesi molto difficili, mai nella mia ormai ventennale carriera di amministratore ricordo un anno così duro; la crisi economica da tempo prevista è arrivata con tutti i suoi effetti negativi sul nostro tenore di vita. Tuttavia, la serietà dei consiglieri comunali (di maggioranza e di minoranza), del presidente del consiglio e degli assessori li ha portati, all’occorrenza, a rinunciare alle proprie indennità, così come è stato fatto da alcuni impiegati comunali (vedi i Capi Area e il segretario comunale). 
L’obiettivo principale di noi amministratori di Bisacquino è quello di continuare a tagliare le spese superflue in modo da riuscire a diminuire l’IMU nel 2013. 
Il patto di stabilità che il governo nazionale intende estendere ai Comuni che contano una popolazione inferiore a 5.000 abitanti, potrebbe avere sull’economia di Bisacquino serissime ricadute. A prescindere dal patto di stabilità, continueremo tuttavia il risparmio su bollette telefoniche e telefonini, tenteremo di accorpare una serie di servizi spostando il loro centro di costo dal Comune all’Unione dei Comuni e di cercare delle nuove sorgenti d’acqua a monte del paese, in modo che l’acqua possa arrivare per caduta facendoci risparmiare il costo del pompaggio da Vaccarizzotto, che equivale a circa €120.000,00 di energia elettrica all’anno.
Voglio smentire le voci secondo cui l’aumento dell’IMU è da attribuire alla stabilizzazione dei precari: niente è di più falso, se non altro perché l’IMU pagata il 17 dicembre è servita a coprire le spese di bilancio sostenute nel 2012 e  in quanto nel decorrente anno non è stata fatta nessuna stabilizzazione, che per altro non avrebbe comportato nessun aggravio di spesa relativo al personale, poiché la legge a tal proposito è chiarissima: si possono fare stabilizzazioni solo mantenendo la spesa del personale invariata. 
Voglio concludere questa intervista con l’augurare a tutta la cittadinanza un buon inizio di anno, con la speranza che possa essere migliore di quello appena trascorso.




...Milli Giaccone

Lei, come suo padre, ha deciso di dedicare la sua vita alla Medicina. Che cosa vuol dire per lei essere medico?
Per me essere medico vuol dire ritrovarlo. Io mi ero iscritta in Medicina perché per me mio padre era un grande esempio, era il mio maestro. Sin da piccolina lo scimmiottavo e mi piaceva seguirlo. Il mio sogno era quello di diventare un ginecologo, poi, quando è morto, ho deciso di ritrovarlo nei suoi libri. Mi sono chiusa nel suo studio e ho studiato Medicina legale per ricordarlo. Quando è morto avevo 23 anni, stavo per laurearmi, e mi piaceva confrontarmi con lui, essere interrogata da lui. C’era proprio una grande unione tra noi due e oggi lo ritrovo proprio nella Medicina.

Quando, chiedendo la pensione anticipata, diritto per i parenti delle vittime di mafia, le è stato detto che suo padre non si poteva considerare alla stessa stregua, cosa ha provato?
Mi è stato detto che mio padre non era vittima di terrorismo mafioso o di strage. Oggi mi è piaciuto tantissimo quell’intervento in cui è stato detto che tutte le morti di mafia sono comunque da considerarsi un’unica grande strage. Non si può dire che Paolo Giaccone è meno vittima di Chinnici o chiunque altro. Sono tutte vittime di una grande strage che poi ha colpito tutti noi, perché ci ha privati di una cultura, di uomini buoni, di donne buone e ci ha cambiato la storia, perché, ovviamente, uccidendo queste persone, si sono bloccate determinate cose. Pensi che la Medicina legale alcuni anni fa, nell’82, avrebbe potuto fare un salto di qualità grandissimo in quanto mio padre aveva avuto delle convenzioni per un laboratorio di genetica, in cui voleva fare i vari studi con il DNA. L’anno scorso volevano addirittura chiudere il reparto di Medicina legale, volevano tagliare le gambe a tutti quegli studenti e a tutte quelle persone che avevano diversi progetti e che hanno dovuto cominciare da capo. Hanno perso il loro punto di riferimento, il loro cardine principale. Fortunatamente la situazione è cambiata, ma se avessero fatto chiudere realmente il reparto la mafia avrebbe sicuramente vinto. In questo senso è stata soprattutto una strage di ideali. La pensione è stata spesso interpretata come un gesto personale, mentre io ci tenevo ad averla per riportare alla luce la figura di mio padre, mentre in questo modo l’ho visto come dequalificato. Io amo il mio lavoro. Anche se dovessi avere la pensione non lascerei il mio lavoro, non posso vivere senza: fa parte di me. Adesso la situazione si sta definendo, ma io non mi fermerò, intendo portare avanti il nome di mio papà, proprio perché non lo posso perdere.

Nel suo discorso ha invitato noi giovani a non piegarci alla prepotenza. Ma il futuro che si prospetta non è sicuramente dei migliori e, in questi casi, cadere nella tela dell’illegalità è molto semplice. In che modo, concretamente, i giovani possono continuare a vivere in nome della legalità?
Dovete unirvi. L’altra volta ho sentito un discorso fatto dal fratello del giudice Morvillo secondo il quale la mafia non è soltanto quella che spara, ma è soprattutto quando i colleghi non fanno le cose secondo il giusto, quindi fanno sì che le persone che agiscono correttamente diventino degli eroi. Se invece cerchiamo di essere nel giusto, possiamo formare un unico grande esercito contro il quale non si potrà più fare niente. Se si eliminassero la corruzione e le raccomandazioni il mondo sarebbe sicuramente migliore. Lo so, è utopia. Ma se si riesce a scavare nella legalità e ad avere una mentalità adeguata tutto questo può diventare realtà. Ebbene l’unione fa realmente la forza. Se siamo tutti giusti, tutti incorruttibili non ci sarà più il bersaglio da colpire ma anzi, si faranno cadere queste persone che agiscono con cattiveria. Il problema è che la mafia è nella nostra mente, nel nostro modo di vivere, nel nostro Stato. Ma non bisogna mai arrendersi, bisogna sempre lottare.

Come tutti sappiamo, ha deciso di candidarsi come consigliere comunale a fianco di Fabrizio Ferrandelli. Se avesse l’opportunità di essere eletta, quali sarebbero i suoi propositi?
Io ho due obiettivi principali. Innanzitutto portare avanti l’antimafia, soprattutto la sua conoscenza. Voglio incontrare i giovani. Poi ho a cuore la tutela dei minori. Io sono vice presidente dell’ “Associazione per la mobilitazione sociale contro gli abusi ai minori”, è un campo in cui ho lavorato anche come medico legale e che conosco. Le iniziative nel campo sociale che vorrei portare avanti sono proprio queste. Per il resto, sto ancora lavorando…la strada è lunga!

 Rossana Ragusa

...Sonia Alfano


Secondo un’indagine lei è stata definita una delle europarlamentari più attive. Quale pensa che sia il suo punto di forza?
Il contatto con la gente. Quando ho appreso questa notizia mi ha fatto molto piacere, poiché quell’indagine sosteneva che su 750 parlamentari sono la prima per vicinanza, per presenza e per voto. Io esercito questa vicinanza soprattutto attraverso la rete, il mio sito, Facebook, Twitter: io rispondo sempre alle domande delle persone, ma soprattutto rispondo alle critiche, perché spiego le mie motivazioni, e con questa spiegazione poi faccio ricredere altre persone che, possibilmente, pur mantenendo idee diverse, sono soddisfatte delle mie risposte. È anche grazie a giornate come quella di oggi che si creano contatti con i cittadini e con le istituzioni locali che per me sono un punto di forza perché si creano nuove conoscenze che continuano nel corso del tempo attraverso la collaborazione.

Nel suo libro “Zona d’ombra” riporta la ricostruzione della vita di suo padre, Beppe Alfano, un grande uomo, che ha continuato il suo lavoro nonostante le numerose minacce. Se potesse parlargli, cosa gli direbbe?
Con grande pena, gli chiederei di rifare quello che ha fatto, fino all’ultimo, con la consapevolezza che in questo modo non lo avrei di nuovo accanto, ma l’esempio che ha lasciato a me e alla mia famiglia vale molto più di una vita intera passata a guardarsi negli occhi. Io sono orgogliosa di lui, e posso andare a testa alta.

Ha definito, nel suo discorso, la vita una battaglia, che può infliggere molte ferite, ma che sarà vinta se si sta dalla parte giusta. Sicuramente una bellissima metafora, ma come possiamo noi giovani “tenere la testa alta e la schiena dritta” davanti al futuro che si prospetta?
Con la consapevolezza che ci sono persone per bene a cui potersi “appoggiare”. Io mi arrabbio quando sento dire ai ragazzi che loro sono il futuro e che devono darsi da fare: a mio parere chi lo dice lo fa in malafede o non sa quello che stiamo lasciando alle nuove generazioni. Perché stiamo lasciando un mondo politico privo di valori, sembra che tutto debba essere frutto di inciucio etc., il mondo del lavoro totalmente inesistente e quello della cultura impoverito, perché il messaggio che si vuol far passare è che è meglio avere un popolo bue ed ignorante piuttosto che delle teste pensanti. Per contrastare questo, io penso che si debba pretendere fino all’ultimo che ognuno faccia il proprio mestiere. Secondo me quello che ha rovinato il nostro Paese e che ha fatto passare il principio del “tanto così fan tutti” è proprio dovuto al fatto che molti non fanno il proprio mestiere anche in virtù del fatto che se ognuno nel proprio piccolo rispettasse le regole basilari di convivenza civile, avremmo un mondo meno sgradevole e molte meno istituzioni cattive. Quello che io soprattutto registro è una scarsa capacità di essere vicino agli altri: c’è sempre più una vena di egoismo da parte delle persone nei confronti di altre. Si giudica molto facilmente la vita degli altri. Ogni tanto invece bisognerebbe mettersi nei panni degli altri e capire che se molti hanno avuto una vita facile, altri la vedono come una battaglia quotidiana nel sopravvivere e nel mantenere la schiena dritta. Molti commercianti che rifiutano di pagare il pizzo spesso ne pagano le conseguenze, essendo emarginati da tutti, disprezzati come se fossero loro i criminali; magari tutte quelle persone che li appoggiano hanno paura di esporsi e di far sentire la propria vicinanza alle vere vittime. Stiamo diventando cittadini privi di qualsiasi valore, questa situazione ci sta rendendo cittadini fuori dal contesto europeo che prevede invece la solidarietà fra popoli.

Lei ha detto che i familiari delle vittime sono soli. Cosa potrebbe fare la società civile per esservi d’aiuto? Cosa potremmo fare noi ragazzi?
Siamo soli perché quello che può fare lo società civile è condividere il nostro dolore, le nostre paure. Ci si sente soli quando spesso il sacrificio dei nostri familiari davanti a cose talmente palesi, talmente eclatanti, talmente vere, è come se non fosse significato mai niente. I giovani possono davvero starci vicino, io ho bisogno di contatti diretti con le persone: non chiedo altro.

Rossana Ragusa




...Il Comandante del Corpo Forestale Ninni Di Gesù

Il 22 Agosto dell’anno passato, intorno alla mezzanotte, è stato appiccato un incendio sul monte Triona, che sovrasta Bisacquino e sul quale si innalza il santuario della Madonna del Balzo. L’incendio è stato uno shock per l’intera popolazione, ma molti elementi sulla dinamica dei fatti sono rimasti un mistero. Per saperne di più abbiamo deciso di intervistare il comandante del Corpo Forestale Ninni Di Gesù:
Domanda: Quali sono state le cause dell’incendio del 22 Agosto del 2010?
Risposta: L’incendio è sicuramente doloso, perché è stato appiccato di notte, in un posto difficilmente accessibile e c’era vento, quindi il colpevole si è recato sul posto con l’intenzione di appiccare un incendio.
D: Quanto è grande la superficie percorsa a incendio?
R: Sono stati bruciati circa 35 ettari di terreno, ma il danno, a ogni modo, si può considerare limitato grazie all’utilizzo dei parafuochi.
D: Cosa sono i parafuochi?

R: I parafuochi sono delle strisce di terreno che vengono create tra il bosco pubblico e i terreni privati. A seconda della loro larghezza si possono definire attivi o passivi: attivi quando sono più stretti e quindi possono permettere il dilagarsi dell’incendio; mentre sono passivi quei parafuochi con un estensione maggiore, che non permettono all’incendio di svilupparsi oltre.
D: In base ai dati statistici, quali sono le percentuali dei vari tipi di incendio?
R: Nel corso del 2011 si sono verificati maggiormente incendi di tipo colposo, compiuti per imprudenza, negligenza o imperizia, mentre l’anno scorso ci sono stati più incendi dolosi, voluti dall’agente.
D: La portata dell’incendio è stata già riportata nel catasto antincendio?
R: Sì, certo. Noi abbiamo l’obbligo di riportare tutte le superfici nel catasto subito dopo l’incendio. Questo è compito dell’ispettore capo Milazzo.
D: Qual è il compito principale del Corpo Forestale nella salvaguardia, gestione e tutela del patrimonio boschivo?
R: Il nostro compito principale è quello di pattugliare e controllare il territorio. Tutte le nostre operazioni rispondono ai comandi del centro operativo del Corpo Forestale, l’ispettorato.
D: In che cosa consistono i sistemi di monitoraggio delle aree boschive per la previsione e la prevenzione degli incendi?
R: Il rilevamento e il monitoraggio avvengono per mezzo delle torrette. A livello provinciale abbiamo 31 torrette dislocate sul territorio; nel circondario bisacquinese abbiamo 3 torrette, rispettivamente sui monti: Lucerto, Colomba e Bruca. Su ogni torretta c’è un operatore fornito di binocolo, che ha il compito di sorvegliare l’area e di segnalare eventuali anomalie. Nel caso in cui dovesse avvistare fumo o roghi, l’operatore ha il dovere di avvertire il comando, che manderà una pattuglia sul territorio.
D: E nel caso in cui fosse un civile ad avvistare un principio di incendio, cosa dovrebbe fare?
R: Deve assolutamente chiamare il 1515: sarà il distaccamento più vicino o quello al momento reperibile ad occuparsi dell’incendio.

Rossana Ragusa