CAMPOFIORITO
Crisi e cambiamenti negli ultimi decenni
Campofiorito. Il nome rievoca sicuramente una bella
cittadina in cui la vita scorre felice nonostante la frenesia della vita
moderna. In realtà Campofiorito è semplicemente un paese dell’entroterra
siciliano che, come tutti gli altri, cerca disperatamente di sopravvivere alla
nuova ondata di “migrazioni” verso le città del nord e, soprattutto, a una
società che non ha più gli stessi valori di un tempo.
L’esempio più rappresentativo del radicale
cambiamento a cui stiamo assistendo è forse la classica Fiera del 10 ottobre. Se
mio nonno mi raccontava sempre come la gente aspettasse quella data per poter
concludere qualche piccolo affare, magari comprando una pecora , una botte o
semplicemente un paio di pantaloni da lavoro, io non potrò mai dimenticare la
felicità che provavo nel vedere i venditori e nel sentire le loro urla.
Passavo giornate intere a osservare, quasi a
studiare, i giocattoli esposti nella speranza di poter sfruttare nel migliore
dei modi l’unica possibilità di scelta di cui potevo disporre. E anche se alla
fine rimanevo deluso dal mio acquisto, immediatamente pensavo che l’anno
successivo avrei potuto fare di meglio.
Sembra che oggi tutto questo stia progressivamente
scomparendo. Il 10 ottobre è solo una manifestazione di un lontano passato che
non soddisfa più i ragazzi e, soprattutto, le stesse persone che, come me, non
aspettavano altro che le famose “bancarelle”.
Una cosa è però certa. Ogni società, ogni cultura, ogni
tradizione ha un momento di crisi e, di norma, lascia il posto a qualcosa di
migliore e più adatto a un determinato periodo storico. Un compito sicuramente
difficile ma non certo proibitivo, che i ragazzi di oggi dovranno e,
soprattutto, sapranno assolvere allo stesso modo dei loro genitori.
Stefano Triolo
GIULIANA
Comunicato Stampa
Giuliana - Chiesa
Madre - Crolla il cornicione del Campanile
Uniamo le forze e facciamo sentire la
voce dei cittadini e dei fedeli.
I violenti
nubifragi di inizio dicembre 2011 hanno causato il cedimento di alcuni pezzi del
campanile della chiesa Madre: il crollo ha causato danni ingenti all’automobile
di un cittadino e tutta la zona antistante la Chiesa Madre è transennata e resa inaccessibile.
Tutto il quartiere e
la canonica della Chiesa Madre in questo periodo sono frequentati da moltissimi
residenti, giovani e fedeli e solo la fatalità ha fatto si che in quel preciso
momento nessuno si trovasse a passare, per questo non bisogna far passare in
silenzio questo grave accadimento, bisogna alzare il clamore e scuotere i palazzi
del potere sia quelli istituzionali che ecclesiali, come fedeli e come
cittadini non possiamo stare in silenzio al cospetto di questa triste vicenda
che sta causando la chiusura definitiva della Chiesa Madre ed inoltre l’acuirsi
di un grave disagio per i cittadini, fedeli e residenti nel quartiere Madrice.
A causa del crollo
i Vigili del Fuoco hanno transennato tutta l’area antistante alla Chiesa Madre
che da sempre veniva utilizzato come parcheggio per i residenti e per tutti i
frequentatori della Piazza e del Centro Storico, adesso tutta quell’area da
l’immagine di una brutta e pesante recinzione inaccessibile che col tempo si
riempirà di polvere, di sporcizia, di detriti, ma soprattutto di tristezza e di
rabbia.
Per troppo tempo
abbiamo atteso che venissero avviati i lavori per il restauro e adesso dobbiamo
assistere ad un’ulteriore danno, quello della chiusura di un intero quartiere,
ma se non alziamo la voce saremo costretti a chiudere l’intero paese perché,
senza voler creare facili allarmismi, la chiesa è posta all’apice del nostro
paese e se dovessero continuare cedimenti strutturali, di più grave entità, la
chiesa diventerebbe un pericolo per tutto il centro abitato.
Mettiamo insieme
tutte le forze creiamo un fronte comune che veda partecipi in primis cittadini,
fedeli e residenti, organismi comunali ed ecclesiali, associazioni e società
civile, facciamo sentire la nostra voce con azioni forti e concrete perché ne
va delle sorti del nostro paese.
Pietro
Quartararo
“L’urbs opulentissima”
Arroccata su di una collina alta 734 metri è un piccolo paesino di circa 2000 abitanti, ma il suo aspetto, pittoresco e suggestivo, con le strade strette e tortuose, il castello medievale e le chiese barocche, l’incantevole panorama di una bellezza incomparabile e il clima mite che ci offre, ne fanno uno dei centri più singolari e caratteristici dell’entroterra siciliano. Anche Tomasi di Lampedusa velatamente la descrive, nella sua opera più famosa, Il Gattopardo, come uno di quei “paesi dipinti in azzurrino tenero”.
Quanto alla sua origine, Giuliana, trae il nome dalla Gens Julia alla quale, nell’epoca imperiale, apparteneva come massa agricola.
Giuliana è stata la città natale di illustri personaggi tra cui Giacomo Santoro, detto Jacopo Siculo, il più valente pittore del ‘500, seguace di Raffaello e dello Spagna; Antonino Ferraro, insigne stuccatore, scultore e pittore e infine Padre Olimpio (XVI sec.), storico e poeta, amico personale di Torquato Tasso.
Giuliana presenta un ricco itinerario artistico monumentale. Il suo centro storico è ricco di monumenti tra cui spiccano la Chiesa Madre, ricostruzione del 1935-38, in forme neo-gotiche volgari, del vecchio duomo trecentesco; la Chiesa del Carmine, ora Santuario di Maria SS. Dell’Udienza, Patrona di Giuliana; la chiesa del SS. Rosario; la Chiesa di San Nicolò di Bari del ‘500, detta anche della Badia, del ‘500; la chiesa del SS. Crocifisso del ‘700, quasi tutte oggi aperte al culto. Ma di certo, l’elemento peculiare del paesaggio urbano di Giuliana è costituito dal Castello di Federico II, uno dei rarissimi esempi di architettura federiciana esistenti nella Sicilia occidentale, recentemente restaurato, che domina tutta la valle del Sosio fino al mare. Un giro per le sue stanze sarà sufficiente per sentirsi, come per magia, catapultati in un’epoca lontana tra lustri e sfarzi mentre una volta raggiunta la cima della sua torre a forma pentagonale, uno sguardo calmo a valle donerà allo spettatore di quell’incanto, sovrano per un istante, una sensazione di libertà e potenza, gonfiando il suo cuore di un profondo sentimento di pace e serenità.
Da qualche anno, la magia di un affascinante e sinuoso passato si ripete nei torridi giorni di fine agosto, grazie alle rievocazioni storiche che vedono Giuliana e i suoi cittadini protagonisti, tra sovrani e consorti, dame e cavalieri, giullari e fanti, di solenni ed emozionanti momenti a corte.
Da menzionare, inoltre, Il Parco Suburbano “Peppe Altamore” di Sant’Anna, che si estende per un’area di circa 26 ettari, un luogo ricco di storia, di specie botaniche e di un percorso naturalistico-ambientale di ampio rilievo, che lega i comuni del comprensorio, ed ospita al suo interno il Monastero Benedettino risalente al 1400.
Ma quello che ancor di più contraddistingue questo piccolo paesino sono le sue tradizioni, ancora vive seppur un po’ sbiadite, legate essenzialmente alle feste religiose.
Caratteristica è la festa del SS. Crocifisso (U jornu ‘u Signuri) che cade il primo venerdì dopo Pasqua a cui si collega la tradizione di mangiare pasta con le sarde, e la festa di Maria SS. Dell’Udienza, patrona principale di Giuliana, che si festeggia il 3 settembre a cui si collega la fiera del bestiame, oggi un po’ meno sentita a causa del tramonto della civilità contadina.
Da menzionare, infine, la Festa di San Giuseppe (19marzo) con la tradizionale “tavulata ‘i San
Giuseppe” cui viene associata la festa di Gesù Bambino (A festa ‘u Bamminu), festa propiziatrice per i novelli sposi che per antico rituale usano rivestire di fiocchi rosa e celesti (c.d. “scocche”) il simulacro divino che visita le loro case accompagnato dai falegnami del paese; gli altari di “mezza’agustu”, allestiti nella prima quindicina del mese di Agosto nei vari quartieri in onore dell’Assunta con la relativa recita del rosario accompagnato da appassionati canti religiosi in dialetto.
Da un paio di anni la Proloco ha dato vita, in uno dei quartieri piu antichi del paese, alla rappresentazione del Presepe Vivente al fine di utilizzare le festività natalizie come vetrina per il paese, per i suoi prodotti, per i suoi monumenti, per i suoi sentieri, per le sue tradizioni. Un’occasione unica per riproporre la conoscenza di attività scomparse, di usanze dimenticate, di costumi di vita tramontati, stralci di quel passato in cui affondano le nostre radici facendo rivivere, così, l’atmosfera della vita semplice, bonaria e faticosa di altri tempi, tratto peculiare della memoria storica della nostra Giuliana.
Giuliana vanta, inoltre, un primato invidiato e non del tutto noto, quello del numero dei centenari.
<<Questo Comune>>, scrive lo storico Dott. Giuseppe Marchese, <<detiene il primato nazionale, tra i comuni d’Italia, per percentuale di longevi, “over 85” sulla popolazione residente, seguito dai comuni (confinanti) di Bisacquino e di Sambuca di Sicilia, ricadenti nell’area occidentale dei monti Sicani, alle falde del monte Genuardo >>.
Cristina Altamore
CONTESSA ENTELLINA
Dovunque dentro
"Beatitudine della verità per salvare Dio"
L'ultimo interessante libro di Pietro Gullo
Si è svolto lo scorso 3 dicembre, presso l’aula consiliare
del Comune di Contessa Entellina,
l’incontro di presentazione del libro di Pietro Gullo dal titolo “Dovunque
Dentro”, edito da Borla.
Pietro Gullo, uomo di un eccelsa cultura, autore di numerosi
scritti, oltre ad essere la guida spirituale della Comunità
Trinità della Pace, attualmente è impegnato nell’edificazione dell’Eremo blu della pace. Ha
compiuto gli studi teologici e la specializzazione in Sacra Teologia Morale
alla Pontificia Università Gregoriana in Roma. Sacerdote dal 1985, dopo
un’esperienza missionaria in Uruguay, si è dedicato alla fondazione della Comunità Trinità della Pace sita nel
borgo rurale Pizzillo presso Contessa Entellina.
Il suo è un libro ricco di richiami e vicende personali che
si intersecano con testimonianze e narrazioni che seguono in particolare le
tracce del diario della giovane scrittrice olandese di origine ebraica Etty Hillesum, vittima della Shoah.
“Dovunque” come sinonimo di Giustizia, “Dentro” come sinonimo
di Verità: una Verità che va cercata nel più profondo di ognuno per tornare a bere alle sorgenti che zampillano dentro
di noi. La ricerca della Verità per salvare Dio e continuare a credere
nell’uomo in questi tempi di svogliatezza. Attraversarsi
alla ricerca di una cultura nuova, la necessità di narrarsi per scoprire quella
verità che è nell’uomo, nella Parola divenuta carne…
“Narrarsi è la più grande sfida di
chi dimora nella verità!”. Sono queste, in sintesi, le chiavi di lettura del
testo, un testo che l’autore definisce “difficile”.
Il volume è stato presentato inoltre alle librerie
Paoline di Palermo e alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università
di Palermo. A fornire gli spunti salienti di lettura del libro nelle varie
presentazioni è stato il giovane Vincenzo
Muratore che, grazie alla sua vicinanza a Padre Gullo ,ha illustrato con molta
puntigliosità l’evolversi dello scritto, che ha nella ricerca della Verità più
assoluta il fine a cui l’autore vuole condurre. Durante le presentazioni
sono state lette alcune parti del libro a cura di Paolo Gendusa e Tamara
Magliocco.
Leonardo Spera
Contessa Calcio
La Storia di un gruppo e di uno sport che insegna
Era il 1987 quando un gruppo di
appassionati sportivi decise di associarsi per dar vita alla Polisportiva Contessa Entellina. Sotto
la presidenza di Audenzio Spera nacque così la squadra di calcio locale che nel corso
degli anni ha entusiasmato gli amanti di
questo sport.
Nelle prime stagioni la squadra disputò delle buone prestazioni, arrivando a
posizionarsi anche al secondo posto sotto la guida del mister Bonanno:
memorabili nei ricordi dei contessioti rimangono le performance degli idoli di
allora, su tutti il Capitano Melchiorre Ferrara e il giovane africano emigrato in Sicilia e
ricordato da tutti come Giovanni u“ Tunisinu”.
Dopo divergenze societarie durate
alcuni anni, in cui la squadra non viene
iscritta ai campionati di Lega, nel 1997 il geometra Michele Filippone ,
coadiuvato da amici e appassionati,
prende in mano le redini della Polisportiva iscrivendo la squadra nel
campionato di Terza Categoria. Nelle prime stagioni la compagine raggiunse dei discreti risultati; ritornati
poi dalla Germania, dove erano emigrati,
i fratelli Galati (Lorenzo il bomber e Franco esplosivo terzino sinistro),
il loro talento si aggiunse all’esperienza
del Capitano Rino Girgenti, del tuttofare Antonio Tumminello detto
“Il
Vecchio” e del cannoniere Antonio Sciambra. Sotto la guida di
Antonio
Li Castri la squadra trionfa a suon di gol ottenendo la storica promozione nel campionato di Seconda
Categoria. La rosa formata da giovani tecnicamente molto validi raggiunse
una buona impostazione di gioco dimostrando di poter gareggiare in Seconda
Categoria a testa alta. Costantemente
vennero centrati i play-off senza però riuscire a centrare l’obiettivo
della promozione. Nel frattempo molti giovani, tra i quali l’arcigno centrale
difensivo Buttafuoco, il mediano Maniscalco, il centromediano
Cannizzaro e il giovanissimo Simone Cuccia, misero in mostra
delle ottime qualità ed in squadra vennero aggregati l’eclettico
difensore Vella e i centrocampisti Pedone e Cammarata. Così la
società decise di affidare la panchina all’esperienza ed alla competenza calcistica
del vincente mister Rino Ciriesi. La
stagione 2005/06 fu un susseguirsi di successi e soddisfazioni, finché l’obiettivo venne centrato: il Contessa
Calcio vinse il campionato di Seconda Categoria. Purtroppo Mister Ciriesi per motivi personali non
continuò il rapporto con la società e quindi vennero fatte altre scelte.
Nella stagione 2008/09 la
classifica vide i biancorossi lottare fino alla fine per raggiungere l’agognata
salvezza, ma l’obiettivo non venne
raggiunto e la fine del campionato segnò il ritorno in Seconda Categoria. La
voglia di riscatto e l’impegno della società fece sì che si ricostruisse un
gruppo di atleti capaci ancora di infiammare il pubblico. La società riuscì
perciò ad assicurarsi le prestazioni del giovane difensore sambucese Chiommino e dei margheritesi Di Vita e Catalano che, aggiunti alla
vena realizzativa del bomber, diventato nel frattempo Capitano, il sempreverde Lorenzo Galati, fecero sì che la
squadra si confermasse su ottimi livelli nel campionato di Seconda Categoria.
Compagine che venne riconfermata anche nel campionato 2010/11 sotto la guida
dell’ambizioso Mister Giuseppe Bona. Purtroppo dopo una
bella stagione, il cammino verso la promozione si fermò ai play-off,
contro il Bivona, ai calci di rigore. Da
annotare le prestazioni del grintoso Nicola
Cuccia. Per la stagione in corso a guidare la squadra è stato chiamato ancora
una volta Mister Li Castri; il gruppo ha un’età media molto giovane e lascia ben
sperare. Tra i tanti si distinguono i talenti dell’orami affermato play-maker Nicola
Ferrara e del giovanissimo funambolo Vincenzo Cuccia.
La squadra di calcio negli anni ha
rappresentato un aggregante sociale per tutti i ragazzi appassionati di questo
sport oltre ad essere ormai divenuto appuntamento fisso per i quanti amano
godersi lo spettacolo calcistico. Un plauso va fatto ai dirigenti di questa
società che anno dopo anno, con impegno e sacrificio, portano avanti il
progetto Contessa Calcio con molta dedizione, all’insegna di uno sport sano e
corretto. Nel calcio a vincere è sempre una squadra sola ma la vittoria più
bella che questi dirigenti hanno messo in cassaforte è l’insegnamento di
coesione ed alto valore sociale che hanno dato alla comunità contessiota!
Leonardo Spera
8 Settembre - festa della Madonna della Favara
I festeggiamenti in Onore di Maria S.S. della Favara si svolgono a Contessa Entellina il giorno 8 settembre di ogni anno da quando il Vescovo di Girgenti, con decreto del 18 agosto 1660, autorizzò la processione per solennizzare la festa della Madonna della Favara . La festa oltre alla valenza religiosa per i Contessioti ormai ha assunto un valore culturale-folkloristico.
I riti religiosi iniziano nelle prime due settimane di agosto,con la Dormizione della Madonna; i fedeli, in preparazione della festa della Dormizione della Madonna (15 agosto), cantano, nella chiesa della Madonna della Favara, la "Paraclisis", speciale ufficiatura bizantina dedicata alla Madre di Dio.
Da tradizione i festeggiamenti iniziano la mattina del giorno 1 settembre con l’alborata ,che tutti attendo con grande entusiasmo. In quel periodo il Paese viene ornato da una maestosa illuminazione artistica, da ammirare anche nelle facciate delle due Chiese principali, la Chiesa di rito greco-bizantino e la Chiesa di rito romano o Chiesa latina che custodisce la statua della Madonna della Favara e la famosa “Vara” artistica.
Dal giorno 1, tutte le mattine fino al giorno 8, il cosiddetto “tamburinaru” della Banda Musicale compie il giro del paese fungendo da sveglia e rimembrando a tutti i compaesani il clima di Festa; L’ 8 settembre è il giorno più importante della Festa, è il giorno della processione, il giorno che i Contessioti attendono per tutto l’anno. La mattina dell'otto di settembre il Vescovo , i preti e le più importanti autorità religiose dell’Eparchia di Piana degli Albanesi (ricoperti da paramenti preziosi) accompagnati dalla Banda Musicale e dai fedeli, alcuni dei quali vestiti con i costumi albanesi, salgono in processione nella Chiesa Latina dove vengono attesi dai fedeli di rito latino e celebrano la funzione.
Nel pomeriggio la statua della Madonna viene posta nell’artistica “Vara” e viene impreziosita con molti oggetti e gioielli in oro donati nei secoli dai devoti. L’attuale statua della Madonna della Favara, scolpita da Benedetto Marabitti di Chiusa nel 1652, in molti aspetti assomiglia alla Odigitria di Calatamauro, il mosaico esposto alla Galleria Regionale di Palermo (via Alloro). La statua é stata restaurata nel 1978. L’artistica “Vara” del 1838 è stata costruita col contributo di tutti i Contessioti (170 onze). La “Vara”, opera di particolare interesse storico-artistico soggetta alla tutela della Soprintendenza alle Belle Arti, é stata restaurata nel 1984.
Di sera i cosiddetti “Portatori “ si preparano ed in numero considerevole ( circa 60) caricano sulle loro spalle la Vara portandola in processione per le vie del paese. Prima sfilano le autorità ecclesiali seguite dai fedeli disposti in due lunghe file e dopo di essi la “Vara” con al seguito la Banda Musicale e le numerose persone che accorrono per ammirare il clima festoso e le emozioni che esso riesce a suscitare. Alla fine i "Portatori" stremati si esibiscono nella salita davanti la Chiesa Latina “in un sali e scendi" con la "Vara" che, considerando la stanchezza, assume spesso toni drammatici… ma loro salgono e scendono di corsa ogni anno per nove volte e anche più; alla fine la Vara viene posta sul sagrato e la gente accorre per prendere un lembo di bambagia strofinato sulla fronte della Madonna e per pregare un'ultima volta.
Il giorno 9 in contrada Giarrusso, nella periferia del paese si tiene la storica fiera degli animali seguita dalla fiera tradizionale di oggetti vari..
I festeggiamenti del 2011 sono stati molto partecipati e ricchi di folklore. Il comitato dei festeggiamenti composto dai sig. Manisclco F.- Spera L. -Ferrantelli V.- Lala G.- Raviotta S.- Alongi V. Coscino B. e presieduto da Papas Jani Stassi (parroco della chiesa San Nicolò) e con la collaborazione di Padre Giorgio Ilardi ( parroco della chiesa Maria SS della Favara) ha dato vita, grazie al contributo di tutti i cittadini, delle Aziende, attività, esercizi vari nonchè dell’Amministrazione Comunale, ad una festa ricca di spettacoli e attrazioni oltre che piena di momenti di culto.
Il giorno 5 la festa ha avuto inizio con la commedia del gruppo teatrale contessioto “ Drita”,mentre il giorno 6 sett ad esibirsi sono stati gli attori del piccolo teatro Bisaquinese. Il giorno 7, come da consuetudine è stato il giorno dedicato alla Banda Musicale G. Ferrara, diretta dal maestro Aldo Oliveri, che ha concluso con il consueto concerto in Piazza Umberto I. Giorno 8 come già detto è stato il giorno della processione, che come ogni volta ha visto una grande partecipazione dei fedeli . Sin dalla messa mattutina celebrata dal Vescovo di Piana degli Albanesi Sotir Ferrara, per poi proseguire nel pomeriggio con la preparazione della Vara per arrivare poi alla processione. La vera novità di quest’anno sono stati i giuochi pirotecnici che per l’occasione si sono svolti oltre che nel consueto quartiere Rajo anche in via Nicolò Barbato e all’ingresso della chiesa a fine processione!I festeggiamenti si sono conclusi il giorno 9 con l’esibizione della Cantane Veronica Ferrari e del comico di Zelig Franco Neri e il giorno 10 con la Notte Bianca offerta dal Comune!
La festa dell’8 settembre rappresenta un momento unico per l’intera comunità Contessiota, che da sempre con grande devozione ha dato continuità a questi momenti di allegria e gioia condivisa; una festa piena di Storia, la storia di un piccolo paese che vogliamo con caparbietà conservare e far ringiovanire sempre di più!
Leonardo Spera